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Etichette post-Brexit: la dicitura ‘Not for EU’ crea confusione

2024-01-10T11:15:26+02:0010 Gennaio 2024 - 11:14|Categorie: Mercato|Tag: , , |

Londra (Uk) – Le nuove etichettature applicate ai prodotti alimentari nel Regno Unito stanno creando grande confusione tra i consumatori. All’interno del Windsor Framework, l’accordo giuridico post-Brexit tra l’Unione Europea e il Regno Unito che regola il funzionamento del Protocollo dell’Irlanda del Nord, entrato in vigore l’1 ottobre 2023, è infatti stabilito che tutte le carni e alcuni prodotti lattiero-caseari provenienti dalla Gran Bretagna e destinati alla vendita nell’Irlanda del Nord debbano riportare la dicitura ‘Not for EU’, ossia “Non destinato alla Ue”. Questo per garantire che le merci non vengano trasferite dall’Irlanda del Nord, che appartiene al Regno Unito, alla Repubblica d’Irlanda, un Paese membro dell’Ue. A partire dall’ottobre 2024 l’etichettatura sarà applicata a tutti i prodotti a base di carne e latticini venduti nel Regno Unito.

Alcune insegne della Gd, giocando d’anticipo, stanno già utilizzando nei punti vendita il nuovo sistema di etichettatura. E gli acquirenti sono andati in confusione. Allorché i consumatori leggono su di un prodotto ‘Not for EU’ pensano infatti che si tratti di un prodotto di qualità così bassa da non essere stato autorizzato nello spazio commerciale della Ue. Tim Lang, professore emerito di politica alimentare alla City University di Londra, ha commentato così il nuovo sistema di etichettatura: “Manda segnali confusi e solleva la comprensibile domanda: non è abbastanza buono? Perché non per l’Ue? Se non l’Ue, chi? Qualcun altro? Standard più bassi o più alti? La confusione della gente è del tutto comprensibile”.

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