Fanghi tossici nei campi del Nord Italia: sotto sequestro tre stabilimenti della Wte

2021-05-28T09:02:09+02:0026 Maggio 2021 - 14:25|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , , , |

Brescia – Sottoposti a sequestro i tre stabilimenti industriali nei comuni di Calcinato, Calvisano e Quinzano d’Oglio, nel bresciano, della Wte. La società, attiva nel settore del recupero dei rifiuti, è infatti al centro delle indagini dei Carabinieri Forestali di Brescia con l’accusa di aver messo in piedi un enorme traffico illecito di rifiuti, che avrebbe generato profitti per 12 milioni di euro. In dettaglio, oltre 150mila tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi e altre sostanze inquinanti – l’equivalente di circa 5mila tir – sarebbero stati spacciati per fertilizzanti e smaltiti su circa 3mila ettari di terreni agricoli in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Con la compiacenza, pare, di sei aziende di lavorazioni rurali conto terzi. “Io ogni tanto ci penso eh… Chissà il bambino che mangia la pannocchia di mais cresciuta sui fanghi… Io sono stato consapevolmente un delinquente”, avrebbe affermato, secondo le intercettazioni della Forestale, Antonio Maria Carucci, laureato in Scienze geologiche e a libro paga della Wte, in un telefonata con uno dei presunti contoterzisti, Simone Bianchini. Secondo le ricostruzioni, l’azienda ritirava i fanghi prodotti da numerosi impianti pubblici e privati di depurazione delle acque reflue urbane e industriali, da trattare con un procedimento che ne garantisse l’igienizzazione e la trasformazione in fertilizzanti. Invece, pare aggiungesse ulteriori sostanze inquinanti, li classificava come ‘gessi di defecazione’ (con supposte proprietà fertilizzanti) e li offriva gratuitamente ai proprietari dei fondi. 15 persone sono al momento indagate, di cui due già condannate dal Tribunale di Milano per reato analogo.

In foto lo stabilimento Wte di Calvisano

Torna in cima