Ismea: la distribuzione pesa il 51,6% del prezzo del prosciutto cotto nazionale AQ al banco

2023-06-19T13:06:26+02:0019 Giugno 2023 - 13:05|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: , , , |

Roma – In occasione dell’annuale assemblea di Assica, andata in scena giovedì 15 giugno, è stata presentata una ricerca di Ismea – Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, focalizzata sulla distribuzione del valore lungo la filiera. “La tensione sul mercato suinicolo resta ancora piuttosto alta”, ha spiegato Fabio del Bravo, responsabile direzione servizi per lo sviluppo rurale di Ismea. “Nonostante il progressivo, benché parziale, rientro dei prezzi delle materie prime energetiche e dei prezzi di alcuni dei principali componenti dell’alimentazione, la ridotta disponibilità di carne suina a livello europeo continua a tenere i listini su livelli elevati . Gli aumenti dei prezzi delle materie prime lungo la filiera si traducono in una marginalità esigua delle diverse fasi, come emerge anche dai primissimi e parziali risultati di uno studio sulla catena del valore dei salumi italiani. Il progetto pilota è partito dal prosciutto cotto, che rappresenta quasi un quarto della spesa complessiva al dettaglio per i salumi e con volumi di vendita in aumento nel 2022 nonostante il rialzo dei prezzi. L’analisi ha evidenziato come lo stretto collegamento tra i risultati di una fase con quelli della successiva determina la necessità di una sempre più forte interazione tra gli attori nella definizione delle strategie di sviluppo della filiera a salvaguardia del livello qualitativo della salumeria italiana che è l’elemento di distintività a livello mondiale”. Più nel dettaglio, dall’analisi sul Prosciutto cotto nazionale alta qualità, venduto al banco a 25 euro/Kg, è emerso che il 51,6% resta alla distribuzione, mentre il 19,6% va all’industria, il 16,3% ai macelli e il 12,5% agli allevatori. Nel caso di prosciutti cotti non alta qualità, invece, gli equilibri sono i seguenti: 39,2% alla distribuzione, 19% all’industria, 23,7% ai macelli, 18,1% agli allevatori.

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