‘Ogni ape conta’: il progetto di Coop coinvolge 2,5 miliardi di esemplari

2023-03-02T10:57:59+02:002 Marzo 2023 - 10:57|Categorie: Il Graffio, in evidenza, Mercato|Tag: , |

Di Luigi Rubinelli

Recentemente abbiamo pubblicato un articolo (leggi qui) su cosa stanno facendo sui loro scaffali di vendita Conad Adriatico e Alì per far apprezzare le api e il miele ai consumatori.

Ecco, invece, cosa sta facendo Coop nella ricerca scientifica e verso i suoi fornitori.

La tutela della biodiversità è al centro delle attenzioni di Coop; le 7.500 aziende agricole che producono per Coop nel tempo sono state sensibilizzate a destinare il 3% dei terreni coltivabili a siepi e fiori per migliorare l’habitat (è parte del capitolato sottoscritto), anche la campagna lanciata due anni fa sullo stop ai pesticidi eliminando altre molecole chimiche (tra le ultime quattro anche il glifosato) va nella stessa direzione. D’altro canto l’eliminazione da parte di Coop delle molecole critiche per le api parte anch’essa da lontano; nel 2010 Coop è stata la prima insegna ad aver bandito l’utilizzo del neonicotinoide imidacloprid come conciante delle sementi e successivamente ad aver posto limiti sia temporali che di utilizzo in generale dei neonicotinodi, molecole particolarmente tossiche per le api.

Lo studio delle api

Di fatto oggi Coop ha già all’attivo oltre 1 miliardo di api ospitate ogni anno, ma con la campagna ‘Ogni ape conta’ intende allargare la platea delle api da proteggere e attivare al tempo stesso una opportuna attività di divulgazione nei confronti dei consumatori. Per la prima volta ci si occuperà scientificamente di un altro genere di api, quelle solitarie, in particolare le osmie che non producono miele, ma svolgono l’opera fondamentale dell’impollinazione con un’efficacia di oltre il 90% di fecondazione dei fiori visitati rispetto all’ape mellifera che ha un indice decisamente più basso. Si tratta inoltre di api gentili, molto meno conosciute delle altre, in grado di muoversi in un raggio di qualche decina di metri dal loro nido, molto più ridotto rispetto al chilometro e mezzo di raggio d’azione che può arrivare a raggiungere l’ape mellifera, ma ideali per fornire un’informazione complementare a quella dell’ape da miele sullo stato di salute  del nostro eco-sistema. Per facilitare la loro presenza sono state posizionate nelle prime 36 aziende agricole che hanno aderito (sette regioni coinvolte, dal Trentino alla Sicilia) 100 nidi costruiti con appositi criteri che le rendono luoghi privilegiati dalle osmie per nidificare (progettate dalla società Pollinature con materiali di riciclo impiegando persone con diversi tipi di disabilità). A queste si aggiungono le 100 arnie con api mellifere e la collaborazione di apicoltori e agricoltori esperti impegnati nell’attività di monitoraggio così da ottenere al termine della ricerca triennale un’informazione il più possibile completa sia sulla dinamica delle popolazioni delle osmie rilasciate che sulla presenza e livello di pesticidi nel polline raccolto da entrambe le tipologie di api. I dati scaturiti dai due “sistemi di monitoraggio” si integreranno tra loro per avere un quadro complessivo dello stato di salute del territorio. Infatti, le api da miele ci danno un’informazione generale/complessiva sia sull’azienda agraria selezionata che sull’ambiente circostante per un raggio di volo che convenzionalmente è considerato pari 1,5 Km. Invece, i dati scaturiti dalle osmie forniscono un’informazione più puntuale sia nello spazio che nel tempo, perché il loro raggio di volo è più limitato come più breve il loro periodo di attività, però più preciso perché circoscritto all’azienda agraria oggetto del monitoraggio e durante le settimane di nidificazione delle osmie. Prezioso e insostituibile il ruolo degli apicoltori e agricoltori coinvolti; a loro spettano infatti i prelievi periodici (ogni 10 giorni circa per un mese dall’inizio della fioritura) e l’invio dei campioni per l’analisi dei dati da parte dell’Università seguendo un preciso protocollo.

Il progetto Ogni ape conta

L’impegno di Coop: nei campi delle filiere ortofrutticole Coop, viene migliorato l’habitat delle api riducendo i pesticidi dannosi per le api, promuovendo l’agricoltura biologica e invitando gli agricoltori ad ospitare alveari con api e rifugi.

  • Il più grande progetto mai realizzato per proteggere e studiare le api in Italia coinvolgendo l’intera filiera.
  • Un progetto innovativo, pluriennale, in collaborazione con Coop i suoi fornitori delle filiere ortofrutticoli a marchio, Conapi, LifeGate e l’Università di Bologna.
  • Oltre ad ospitare e tutelare oltre un miliardo di api, sia da miele che selvatiche, viene avviata una ricerca scientifica su larga scala che coinvolge per la prima volta tutta la filiera: Coop, Aziende agricole, Apicoltori, Università e Media per la divulgazione.

Il risultato nel 2021

  • Oltre 1 miliardo di api protette
  • +1.000 abitazioni per api • 100 aziende agricole
  • 100 apicoltori

Il risultato nel 2022

Un miliardo e 200 milioni api tutelate dal 2021 e 140 nidi con 131mila bozzoli di api solitarie già installati nelle Oasi urbane realizzate da Coop e nei campi delle filiere ortofrutta Coop nel 2022.

Complessivamente in due anni considerando le varie azioni compiute da Coop nelle sue filiere, con la ricerca e con le azioni del 2022 quindi saranno state coinvolte oltre 2,5 miliardi di api.

Un’osservazione

La campagna di comunicazione (stampa, radio e social media) di Coop è molto articolata e merita un elevato rilievo per le sue finalità. Ci permettiamo di aggiungere che bisognerebbe portare la campagna anche sui lineari di vendita dei supermercati e degli ipermercati dove il socio-cliente decide i suoi acquisti. Inoltre, per fare un salto di qualità nelle azioni a sostegno delle api, forse sarebbe il caso di installare sui tetti di tutta la rete di vendita le arnie con le api per meglio sottolineare lo sforzo di Coop, unico davvero nel suo genere e nella Gdo.

 

 

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