Ucima/macchine packaging: fatturato stabile nel 2022. Cavanna: “Il regolamento sugli imballaggi non ci convince, ma noi ci siamo”

2023-07-03T10:33:54+02:0015 Dicembre 2022 - 10:25|Categorie: in evidenza, Tecnologie|Tag: , , , , , |

Baggiovara (Mo) – Nel 2022, secondo i dati preconsuntivi di Mecs-Centro Studi Ucima, il fatturato dei costruttori italiani di macchine per il packaging si attesta a circa 8 miliardi di euro (7 mld e 986 mln), registrando un calo del 3% sul 2021. Il risultato è di poco superiore rispetto al 2020 e leggermente inferiore guardando al pre-pandemia, quindi al 2019. Il mercato italiano è cresciuto dell’1,3% a 1 mld e 800 mln di euro, mentre l’export, motore di questo settore, ha perso oltre quattro punti percentuali (-4,3) fermandosi a 6 mld e 186 mln. Sette e mezzo i mesi di produzione garantita nel 2023, segno di un settore in ottima salute, come sottolinea la stessa associazione.

“Lo scenario che denunciavamo un anno fa”, commenta il presidente di Ucima, Riccardo Cavanna, “si è purtroppo verificato: continuiamo a ricevere ordini da tutto il mondo, ma i ritmi di consegna hanno subito un brusco rallentamento per il ben noto problema della mancanza di componenti”. E aggiunge: “Mi auguro che le decisioni comunitarie sull’energia diano presto respiro all’intero tessuto imprenditoriale italiano, e mi auguro anche che venga fatto di più, a livello nazionale, per continuare a sostenere gli investimento di Industria 4.0”.

In merito al nuovo regolamento Ue degli imballaggi (leggi qui), afferma: “Non ci convince, ma noi ci siamo: abbiamo sviluppato le tecnologie per il riciclo completo degli imballaggi e abbiamo sempre avuto un ruolo da protagonisti per portare la filiera a raggiungere importanti risultati in termini di circular economy. Ora siamo pronti a spingere anche sul fronte del riuso”.

Il fatturato dei costruttori di macchine per il packaging rappresentati da Ucima, se sommato a quello generato dai costruttori di macchine per ceramica (Acimac) e di macchine per gomma e plastica (Amaplast) – i tre settori di beni strumentali legati da un accordo triennale di collaborazione e che rappresentano, insieme, circa 400 aziende produttrici – resta sopra quota 14 miliardi di euro, in calo dello 0,7%.

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