Estratti vegetali o additivi? La circolare di Assica sul parere del Paff

Milano – Lo scorso 17 settembre il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (Paff) dell’Unione europea ha adottato all’unanimità un parere in merito all’utilizzo di estratti vegetali che svolgono una funzione tecnologica negli alimenti. “Nel parere vengono riconfermate le posizioni già espresse dalla Commissione nelle dichiarazioni del 2006 e del 2010”, si legge in una circolare di Assica. Ovvero che “l’uso di estratti vegetali che svolgono una funzione tecnologica (conservante, antiossidante, stabilizzante etc.) negli alimenti deve essere considerato come utilizzo volontario dell’additivo alimentare”. Lo stello vale per gli estratti utilizzati come aromi: “Laddove siano aggiunti intenzionalmente con uno scopo tecnologico ulteriore rispetto alla funzione aromatizzante, tale aggiunta viene considerata un’additivazione”. Una bella gatta da pelare per quei produttori che, in etichetta, vantano l’assenza di conservanti chimici e l’uso di conservanti naturali, indicati con le diciture ‘aroma naturale’ o ‘estratto vegetale’, che non potranno più essere presenti nell’alimento a scopo conservante o antiossidante perché non riconosciuti come tali dalla normativa sugli additivi. “Ricordiamo che soltanto gli additivi alimentari inclusi nell’elenco comunitario dell’allegato II del Regolamento 1333/2008 possono essere utilizzati negli alimenti alle condizioni d’impiego ivi specificate”, sottolinea la nota. “Se un estratto vegetale svolge una funzione tecnologica, si applica la normativa sugli additivi e quindi l’estratto in questione dovrà figurare nell’elenco Ue degli additivi autorizzati. Se questa situazione non ricorre, l’estratto non è autorizzato”.

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