• Dop

12,6 milioni di euro ai Consorzi del vino. In 16 restano fuori dalla graduatoria

2022-11-10T09:43:34+02:0010 Novembre 2022 - 09:43|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , , , |

Roma – Pubblicata la graduatoria (leggi qui) dei 47 consorzi di tutela che riceveranno 12,6 milioni di euro (sui 25 mln stanziati dal decreto n. 302355 del 7 luglio scorso) per interventi volti a finanziare azioni promozionali, informative e di formazione in Italia con un importo compreso tra i 100mila e i 500mila euro e un contributo pubblico del 90%. 16 consorzi che avevano presentato domanda, invece, sono rimasti esclusi e questo spiegherebbe anche il mancato raggiungimento del tetto dei 25 mln.

Nel decreto si legge infatti che “dalla verifica della ricevibilità, dell’ammissibilità e della valutazione tecnica eseguita dalla predetta Commissione sono risultati ammissibili a finanziamento n. 47 proposte progettuali”. Tra gli esclusi, anche denominazioni illustri come il Barolo. “Siamo sorpresi dall’esclusione”, commenta a Italia Oggi il presidente del Consorzio, Matteo Ascheri. “Non capiamo i criteri di assegnazione dei contributi. Forse il nostri progetto è ritenuto troppo simile al Psr [Programma sviluppo rurale, che per il consorzio varrebbe 300mila euro in caso di esito positivo, ndr]. I 12,4 mln di fondi non assegnati ci fanno sperare in un ripescaggio”.

Alla base delle molte assenze, riporta Adnkronos, ci sarebbero diverse spiegazioni. Una prima, le tempistiche particolarmente strette: “Il periodo intercorso tra il Decreto ministeriale (24 marzo) e la pubblicazione del Decreto direttoriale che specificava le modalità e i termini per la richiesta del contributo datata 7 luglio (con scadenza per la presentazione dei progetti l’8 settembre) non ha agevolato la costruzione delle progettualità”. Un ritardo imputabile anche “ad alcune eccezioni sollevate da Bruxelles al Ministero, questione che non sorprende e che va inquadrata in una fase caratterizzata da un forte intento ostativo nei confronti della promozione vinicola da parte dell’Ue”.

Una seconda ragione andrebbe ricercata nei requisiti di ammissibilità, che avrebbero avvantaggiato i consorzi “caratterizzati da una struttura e da professionalità più verticali legate alla comunicazione”: “La differenza sostanziale tra questa misura ed altri fondi a supporto del mondo vitivinicolo – si legge ancora –  è infatti incentrata su un requisito di base, ovvero un’elaborazione progettuale che parta dai dati relativi al posizionamento e alla rappresentatività della struttura proponente, con descrizione del contesto di riferimento, degli indicatori di prodotto (attività proposte) e degli indicatori di risultato, ovvero gli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso l’esecuzione delle attività programmate. Era dunque la strategia generale di progetto, che coniuga i dati di rilevazione del mercato con gli obiettivi fissati, ad essere determinante per una valutazione positiva”.

Torna in cima