Aldo Levoni: “Il consumatore si orienta verso carni e salumi di prezzo inferiore. Necessario valorizzare la filiera italiana”

2022-11-07T09:13:33+02:007 Novembre 2022 - 09:13|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , , , |

Sermide (Mn) – Aldo Levoni, Ad di Levoni, commenta al portale Teseo by Clal l’attuale situazione di mercato della filiera suinicola. “Le do subito il titolo”, esordisce, “‘Siamo rovinati’. Sottotitolo: ‘Il consumatore si orienta verso carni e salumi di prezzo inferiore’. Come azienda noi non abbasseremo né i prezzi né la qualità. Anzi, con i costi di produzione che abbiamo e con le attuali quotazioni dei maiali, i prezzi li dovremo aumentare. Per cui la missione sarà trovare clienti nuovi, conquistare nuovi mercati, ampliare il parco dei destinatari, orientandoci verso realtà che cercano italianità e qualità, come gli Stati Uniti”.

Levoni sintetizza così uno scenario abbastanza inedito e gravato dalla concorrenza dei mercati esteri, che mettono in forte difficoltà le carni italiane.

“In questa fase, con il diminuito potere di acquisto dei consumatori – continua Levoni – i clienti della Gdo, del discount e del retail si stanno spingendo verso minore qualità e prezzi inferiori, con la conseguenza che aumentano le importazioni dall’estero, alla luce di prezzi fortemente competitivi, nell’ordine anche di un euro, un euro e mezzo più bassi rispetto alla carne italiana”. E il ribasso del lombo alla Cun di Parma sarebbe la controprova di quanto sta accadendo in termini di import di carni suine, in particolare da Germania, Spagna e Austria.

Laconico il commento di Levoni sul “non formulato” dei suini grassi da macello di giovedì scorso alla Cun di Mantova. “Gli allevatori dicono che a malapena coprono i costi, ma se non riusciremo a ridurre il prezzo dei maiali dobbiamo essere chiari: lavoriamo in perdita e subiremo ancora le pressioni dall’estero”.

Che fare? Se non proprio con le medesime modalità, Levoni riporta alla memoria il progetto di alcuni anni fa, legato al Gran Suino Padano, una etichettatura della carne fresca collegata ai suini le cui cosce erano destinate ai prosciutti e ai salumi del circuito tutelato a denominazione di origine. “Dobbiamo cominciare a ragionare insieme per valorizzare la carne fresca italiana e renderla riconoscibile, con azioni di tracciabilità e politiche adeguate di comunicazione e marketing. Il Governo ci supporti con azioni mirate di tutela, oggi i tempi sono maturi per un progetto condiviso e di ampio respiro, ma per farlo serve una visione di lungo respiro da parte di tutti gli attori della filiera”.

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