Alimentaria: una fiera (quasi) vera

2024-03-25T09:57:12+02:0022 Marzo 2024 - 12:31|Categorie: Fiere, in evidenza|Tag: , |

L’evento è andato in scena a Barcellona dal 18 al 21 marzo. Buona la presenza di buyer esteri, soprattutto di food service, mentre si può fare di più per incrementare gli operatori della distribuzione. Peccato per l’assenza di Mercadona. Tra le note dolenti, la lunghezza e l’assalto finale dei consumatori. Il nostro pagellone.

LOGISTICA
Nessuna lamentela da parte degli espositori. Una rarità. Fiera accessibile, ben servita dai mezzi. Sistema d’ingresso veloce, senza troppa burocrazia da sbrigare. Nessun furto segnalato. Tra i padiglioni 2 e 3, clou della manifestazione, un ampio vialone centrale all’aperto con qualche bar e qualche ristorante consentiva un break o una gradevole pausa pranzo al primo sole primaverile. Certo, i prezzi rimangono da fiera: 22 euro per una pizza lasciano sempre un po’ perplessi.

Voto 7,5

MATCHING 
Molto apprezzato il sistema di matching per fissare gli appuntamenti, che dava la possibilità di invitare i buyer allo stand, oltre che ricevere le loro richieste. Inevitabili purtroppo anche alcune defiances di chi promette la visita e non si presenta. Sarebbe bello per questi professionisti pensare a delle penali, ad esempio escludendoli dal sistema per la manifestazione successiva.

Voto 7-

BUYER SPAGNOLI 
Non possiamo certo dire che la presenza di operatori nazionali sia preponderante, anzi. Comunque una fiera capace di far muovere i buyer di Carrefour (più di 8 miliardi e mezzo di fatturato in Spagna), di Euromadi (la centrale d’acquisto che rappresenta 150 distributori tra Spagna e Portogallo e che sfiora i 14 miliardi) e Areas Sau (società catalana leader nella ristorazione da viaggio), non può ricevere un voto negativo. Ma si può fare di più (leggi anche alla voce ‘grande distribuzione’)

Voto 6,5

BUYER ESTERI 
La maggior parte degli espositori di lungo corso considera Alimentaria un ‘ponte’ per il Sudamerica, che assieme all’Asia è l’area più rappresentata. Presenti insegne importantissime come il colosso Cincosud (17 miliardi in Cile, recente proprietario della catena brasiliana Giga), ma anche moltissimi distributori attivi soprattutto nel food service. Un nome su tutti: AmRest, multinazionale da 2,5 miliardi attiva in 23 Paesi. Ma anche leader di mercati esteri come Tree Of Life, società canadese che fattura circa 100 milioni. Sicuramente una ghiotta occasione per chi vuole incrementare l’export, anche extra Ue.

Voto 7,5

GRANDE DISTRIBUZIONE 
Detto di Carrefour ed Euromadi, qui si può e si deve fare di più. Spicca l’assenza di Mercadona, di gran lunga l’azienda leader della distribuzione spagnola con un market share del 26,9%. Non abbiamo incontrato neanche un buyer del distributore nazionale più importante, che di solito quando si muove lo fa in messa (vedi PLMA 2022). Non ha aiutato il posizionamento della fiera nei giorni delle Fallas valenciane, dove Mercadona ha sede e radici, terminate martedì 19 e tra le feste tradizionali più sentite di tutta la Spagna. E per espositori di un certo spessore (erano presenti anche Nestlè e Coca-Cola) questo non può essere un fattore trascurabile. Comunque, Mercadona a parte, l’operatore medio in visita agli stand non era il buyer Gd.

Voto 5

PRESENZA FORNITORI 
Molto educati, per carità. E molto professionali. Non invadevano stand con le presentazioni dei loro prodotti e dei loro servizi. Ma moltissimi visitatori erano produttori di packaging, software house, ecc… A un certo punto, abbiamo visto un gruppo di decine di operatori facenti parte di El Mosca, un colosso dei traporti spagnoli (250 milioni di fatturato) partecipato al 60% da Logista. Una fiera professionale non può certo vietare loro l’ingresso (anche se per le aziende sarebbe un sogno), ma quando la loro presenza è così nutrita, è necessario intervenire per bilanciare il rapporto con chi compra. Anche in questo caso, è doveroso correggere la rotta.

Voto 5

CALENDARIO
Tutto il mondo è paese. Già detto della sovrapposizione con le Fallas, sono rimasto un po’ sorpreso nell’apprendere che tra un mese è in calendario un’altra fiera a Madrid, il 37esimo Salón Gourmet. Non penso che molti buyer faranno doppietta, né che la maggior parte delle aziende si impegneranno anche nella capitale. Ma armonizzare le fiere in calendario, evitando di spremere espositori e visitatori, è così complicato?

Voto 5

LUNGHEZZA MANIFESTAZIONE 
Anche questa è una nota dolente. Quattro giorni sono troppi. Ed eccessiva anche l’apertura fino alle 19. I primi due giorni sono stati positivi, almeno fino al primo pomeriggio; soprattutto martedì, la giornata campale che ha soddisfatto quasi tutti. Poi disastro: mercoledì ampio spazio lasciato a scolaresche e privati, giovedì corridoi semideserti fin da subito. Ormai da tempo il format richiesto dalle aziende è quello di tre giorni, con orari più smart. Il modello rimane il Fancy Food newyorkese, con orario ridotto 9-16, che obbliga a non perdere tempo. Di buono c’è che si parla di una fiera biennale, e non annuale come Madrid, e questa caratteristica gli ‘vale’ mezzo voto in più.

Voto 5,5

I CONSUMATORI FINALI 
Passi per i fornitori, passi per simpatici turisti gastronomici delle Cascas Rojas, un gruppo di amici che si è costruito un’immagine su Instagram e fa colore e magari pubblicità, ma l’assalto dei consumatori fin dalla mattina cui abbiamo assistito l’ultimo giorno non è accettabile in una fiera b2b. Giovedì molti espositori avevano smontato già in mattinata per evitare di essere depredati.

Voto 4,5

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