Bio: stop and go

2023-02-17T13:04:08+02:0017 Febbraio 2023 - 13:04|Categorie: Aperture del venerdì, Bio, in evidenza|Tag: , , |

Gli umori degli operatori a Biofach. Rincari e costi di produzione pesano sul mercato, ma c’è speranza per il futuro.

Un 2022 difficile, aspettative per il 2023 incerte. Questo l’umore generale degli operatori attivi nel comparto del biologico presenti all’edizione 2023 di Biofach, la fiera di Norimberga (Germania) dedicata all’organic attiva dal 14 al 17 febbraio. Ma la speranza rimane: il mercato del bio ha registrato una crescita esponenziale fino al 2021; nell’opinione di molti, la frenata attuale è strettamente legata alla contingenza storica. Tra bollette e carovita che pesano sulle famiglie, e costi delle materie prime e dell’energia che pesano sui produttori, i consumatori sono diventati più attenti al prezzo degli alimenti che mettono nel carrello. Superate le difficoltà, si potrà tornare a parlare di crescita. Ma – bisogna precisare – una crescita più contenuta e regolare: il mercato del bio è ormai maturo, secondo molti operatori, e ha raggiunto una sua stabilità.

Paolo Carnemolla, segretario generale di Federbio, intervenuto alla fiera durante la conferenza ‘Choose the european organic leaf for a better world. Good choices matter’, ha affermato che occorre lavorare sulla crescita dei consumi: il piano europeo per l’aumento delle superfici coltivate a bio non è sufficiente, bisogna sostenere il mercato.

Per questo Markus Fadl, senior press officer di Naturland, associazione internazionale che lavora per promuovere l’agricoltura biologica, ha parlato della necessità di una campagna di comunicazione forte, per rivolgersi ai consumatori e mostrare loro il valore aggiunto del prodotto biologico rispetto a quello convenzionale. E l’opinione di Fadl è supportata anche da alcuni espositori: il bio costa di più, è vero; ma a ostacolarne la crescita ci sarebbero anche fattori culturali.

Per questo motivo, per esempio, il mercato Italiano risulterebbe meno accogliente rispetto ad altri mercati europei (soprattutto rispetto al Nord, con la Germania e i Paesi Scandinavi in testa). Non è un caso che l’Italia sia, a tale proposito, soprattutto un paese esportatore di prodotti bio: a fine 2022, il valore delle esportazioni è cresciuto del 16% rispetto all’anno precedente, arrivando a 3.372 milioni di euro (una crescita del 181% rispetto al 2012).

Ma vediamo qualche numero relativo al nostro Paese. Dal 2012 al 2022, le vendite nel mercato italiano del biologico sono cresciute complessivamente del 132% (dati Nomisma presentati in occasione di Biofach 2023). Cresciuto del 53% il consumo fuori casa (hotel, ristoranti, catering). A fine dicembre 2022, tuttavia, è stato registrato un calo dello 0,2% rispetto all’anno precedente nelle vendite at home. I dati di luglio parlano anche di una stasi negli acquisti delle famiglie (-0,8%), mentre le vendite nei negozi specializzati sono calate dell’8%. Rimangono stabili le vendite in Gdo e salgono nei discount (+14%). Considerando l’ortofrutta, il bio registra un calo del 9,9% a volume nei primi otto mesi del 2022, ma i risultati sono in linea con quelli dei prodotti convenzionali.

La stagnazione attuale, comunque, si riflette anche all’interno della fiera. Complice la troppa vicinanza di Biofach 2023 con l’edizione dell’anno precedente, tenutasi d’estate per far fronte alla circolazione del Covid. A luglio 2022 la kermesse era quasi spettrale, con pochi espositori e ancor meno visitatori. Ad oggi, la situazione sembra migliorata. Leggermente. Comunque non abbastanza: in molti hanno lamentato la scarsezza di presenze e di opportunità. Alcuni non torneranno più per l’edizione del 2024.

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