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Birra: nel 2022 crescono i consumi (6%) e la produzione (3,3%)

2023-05-18T15:17:49+02:0018 Maggio 2023 - 15:17|Categorie: Beverage|Tag: , , , |

Roma – Nel 2022 i consumi interni di birra in Italia hanno registrato una crescita del 6% attestandosi a una quota di 22,3 milioni di ettolitri e la produzione nazionale è aumentata del 3,3% raggiungendo una quota di produzione pari a 18,4 milioni di ettolitri. La quota export, inoltre, ha raggiunto i 3,8 milioni di ettolitri (contro i 3,9 del 2021), e a trainare la crescita dei consumi esteri sono Regno Unito (48,2% dell’export complessivo), Stati Uniti (9,1%), Francia e Paesi Bassi (4,3% ciascuno), e Albania (4,2%). Questi i dati segnalati dall’Annual Report 2022 di AssoBirra.

Secondo l’analisi, inoltre, produzione e consumi di birra sul territorio nazionale hanno superato i risultati ottenuto nel periodo pre pandemico. A crescere, poi, è anche la quantità di birra importata in Italia da paesi esteri (+10%), che si attesta a 7,8 milioni di ettolitri in aumento rispetto ai 7,1 del 2021 e ai 6,4 del 2020. Interessante la ripresa del fuori casa, che ritorna a coprire il 35,8% dei consumi nazionali (32,6% nel 2021). Nel corso del 2022, invece, decresce del 4,7% il peso delle vendite della grande distribuzione, che passa dal 67,4% del 2021 al 64,2%.

“L’attuale Governo ha iniziato la sua attività con delle sfide importanti per il nostro settore: dalla proposta di etichettatura degli alcolici del Governo irlandese al rischio di innalzamento delle accise sulla birra”, ha dichiarato Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra. “Come già anticipato negli scorsi mesi confermiamo, tuttavia, la preoccupazione per la produzione di birra in Italia, spesso in crescente svantaggio rispetto a quella estera, che gode in alcuni casi di un fattore competitivo importante: accise anche quattro volte inferiori, come nel caso della Germania, rispetto a quelle pagate in Italia. La birra, infatti, è l’unica bevanda da pasto che ne è gravata, un’anomalia che ha un impatto su tutti: produttori, distributori e consumatori. L’intervento dovrebbe essere prioritario, tanto più in un contesto di mercato in cui la filiera si trova già a fare i conti con il peso dei rincari di materie prime e dei costi energetici”.

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