Elezioni 2022/L’agroalimentare nei programmi. Le proposte della Lega (coalizione centrodestra)

2022-08-31T11:00:41+02:0030 Agosto 2022 - 09:21|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Roma – Il programma elettorale della Lega (leggi qui), con le sue 202 pagine, approfondisce una serie di questioni solo abbozzate nell’accordo di coalizione. E’ l’unico partito che ha diffuso un programma autonomo, segno (forse) della volontà di protagonismo del suo leader, Matteo Salvini, che oggi rincorre la compagna di coalizione Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

All’agricoltura vengono dedicate sette pagine, che vanno lette con gli approfondimenti sulla tutela del Made in Italy. Per difendere il patrimonio agroalimentare, la Lega propone di “portare avanti le azioni intraprese a sostegno degli agricoltori favorendo in particolare l’ingresso dei giovani e delle donne in agricoltura, attraverso il rifinanziamento di iniziative a favore del ricambio generazionale” e anche “sostenere le aziende rendendo più puntuale ed efficace l’attività amministrativa del Mipaaf e del sistema nazionale dei pagamenti”.

Interessante il riferimento all’autosufficienza alimentare: “Tendere a una maggiore autosufficienza e garantire la sicurezza alimentare del Paese è un obiettivo strategico che lega produttori e trasformatori e rende i prezzi delle materie prime meno suscettibili alle tensioni internazionali e alle speculazioni. Rende, in sostanza, il Paese più forte”. Segue poi l’affondo contro il Green Deal, che porterebbe a una “possibile flessione della capacità produttiva”, esponendo “l’Europa e i suoi agricoltori alla concorrenza sleale non solo dei Paesi che già prima la mettevano in pratica, ma anche di tutti quelli che semplicemente hanno scelto di non darsi la medesima strategia e il medesimo cronoprogramma in tema di sostenibilità ambientale”. Di qui la proposta di deroghe ad alcuni obblighi della Pac, al fine di aumentare la capacità produttiva su alcune colture specifiche”, chiedendone eventualmente l’estensione.

In tema di lavoro, la Lega propone l’utilizzo del voucher in agricoltura in modo stabile, che “risponda alle necessità di tracciamento del pagamento e cheppia reso più efficace rivedendo alcune limitazioni del passato”. In prospettiva della transizione ecologica, la proposta è quella di creare “una vera filiera italiana della ricerca, sviluppo e applicazione di nuove tecniche e tecnologie in agricoltura. Senza dimenticare anche il ruolo fondamentale di tecniche e tecnologie in campo agronomico che sono parte integrante dell’agricoltura di precisione e del corretto utilizzo degli input produttivi, l’eventuale sviluppo di questo settore a seguito di un quadro normativo dedicato potrebbe riconoscere un ruolo da protagonista”. Inoltre, “mentre alcuni Paesi pianificano e incentivano la chiusura di migliaia di stalle e la costruzione di veri ‘distretti’ per lo sviluppo dell’ingegneria alimentare in provetta, pensiamo che la risposta migliore possa essere la creazione di una grande rete d’eccellenza finalizzata all’innovazione e al supporto, non allo smantellamento, delle aziende agricole e degli allevamenti”. Altre priorità sono la peste suina e la crisi idrica, da affrontare con un piano nazionale ad hoc.

Già ventilata negli anni scorsi da più parti (soprattutto da Coldiretti), rispunta l’idea di “un vero ministero dell’Agroalimentare” per tutelare le filiere: “Il Paese deve dotarsi di strumenti specifici volti a incentivare l’unione tra i differenti soggetti della filiera, declinandone obiettivi e opportunità, prevedendo incentivi per chi compie il passo di ‘fare sistema’ e organizzando meglio l’offerta del settore sul mercato”. Un ruolo di primo piano viene dato ai prodotti Dop e Igp, alla lotta all’italian sounding, mentre la nuova etichettatura nutrizionale viene definita una “sfida cruciale”: “Il Nutrinform proposto dall’Italia insieme ad uno schieramento di Paesi concordi come alternativa all’etichettatura a semaforo, è un sistema che fornisce informazioni corrette, legate alle proprie modalità di consumo e di scelte alimentari. In tal modo si evita di offrire al consumatore un giudizio sugli alimenti che sia preordinato da esigenze commerciali e gli si danno invece tutti gli elementi per comporre la propria dieta in modo informato, nel pieno rispetto delle sue esigenze”.

Al contempo, sempre in prospettiva filo-coldirettiana, la Lega proseguirà nel suo impegno “affinché in Europa sia reso obbligatorio un sistema di etichettatura di origine degli alimenti e dei loro ingredienti principali che sia comprensibile e rimandi all’effettiva provenienza nazionale del prodotto”. In un’ottica di trasparenza, si legge nel documento, “vogliamo presentare la versione italiana della legge francese che prevede di circoscrivere le denominazioni della carne ai soli prodotti di origine animale”.

In termini di promozione del made in Italy, il programma intende creare “un vero e proprio marchio identitario che tuteli il genio e la creatività italiani nei settori di eccellenza del Paese, dalla moda al design e all’architettura, fino all’agroalimentare”, con un utilizzo “promosso e impiegato a tutti i livelli”.

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