Kraft e Assica vincono la causa in Cassazione sul salame Felino

2023-06-12T12:30:45+02:0013 Febbraio 2015 - 12:22|Categorie: Salumi|Tag: , , , |

Roma – La corte di Cassazione dà ragione a Kraft e Assica, nella vertenza sull’uso della denominazione “salame Felino”. La vicenda risale al 1998, quando l’Associazione fra produttori per la tutela del salume parmense aveva citato la multinazionale statunitense davanti al Tribunale di Parma per concorrenza sleale, perché aveva messo in vendita un prodotto con la denominazione Salame Felino, realizzato, a Cremona, cioè fuori dal territorio di Parma. Con l’Associazione si erano schierati anche 12 produttori, mentre Assica aveva supportato le ragioni di Kraft. Nel 2001, il Tribunale di Parma aveva condannato Kraft, per concorrenza sleale, giudizio confermato anche in appello dalla Corte di Bologna, nel gennaio 2006. Con la sentenza depositata ieri, la Cassazione ha, invece, ribaltato il verdetto, precisando che: “Per essere un dato prodotto protetto con una denominazione di provenienza geografica, necessita di essere registrato ai sensi del regolamento Cee 2081/92”, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche. Mentre il salame Felino ha ottenuto l’Igp solo nel 2013. L’ipotesi di concorrenza sleale è stata quindi cassata perché: “collegata alla violazione della denominazione geografica in collegamento con le qualità del salame derivanti dal luogo di produzione”. Qualità che, tuttavia, la Cassazione non ha riconosciuto, sostenendo che il salame Felino: “Non era piu’ collegato attualmente al territorio della Provincia di Parma quanto a caratteristiche e qualità, posto che non erano più rinvenibili nell’ambiente i microrganismi che procuravano peculiari caratteristiche al prodotto e che le materie prime e la tecnologia produttiva erano utilizzabili e riproducibili anche in altri luoghi”

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