No alle ‘limonate’ Dietorelle

2021-06-04T13:00:35+02:004 Giugno 2021 - 13:00|Categorie: Dolci&Salati, in evidenza, Mercato|Tag: , , , |

Vittorio Sgarbi bacchetta lo spot delle caramelle. E lo giudica “immorale per i bambini”. L’esposto al Garante dell’Infanzia contro l’azienda.

Critico d’arte, politico, scrittore, personaggio televisivo. Oltre a essere una figura poliedrica, Vittorio Sgarbi è noto in particolare per la sua personalità e la sua irriverenza che lo hanno spesso portato a litigare con i propri interlocutori davanti alle telecamere. Un modo di fare che lo ha reso noto al pubblico e ne ha favorito il successo mediatico. Ora, nel mirino ci sono degli spot pubblicitari, e nello specifico quelli delle Dietorelle, note caramelle prodotte dall’azienda cremonese Sperlari. Dopo aver criticato la campagna pubblicitaria nella quale si vede un bacio tra due donne, il critico d’arte torna alla carica contro un altro spot, sempre delle stesse caramelle, che riprende due donne che scherzano sul letto con un uomo.

“È un pubblicità oscena”, ha tuonato Sgarbi. In effetti, i filmati non lasciano spazio all’immaginazione (vedi qui): due donne che si baciano scambiandosi una caramella, la stessa che viene passata di bocca in bocca tra un uomo steso in un letto che abbraccia due donne, in atteggiamento intimo. E ancora: due adolescenti che sempre con quella caramella si baciano chiudendosi a chiave nella cameretta (vedi qui). Due spot di trenta secondi l’uno che vanno in onda in orari in cui anche i bambini guardano la televisione.

No, Vittorio Sgarbi non ci sta. L’onorevole, infatti, ha fatto prendere carta e penna al suo avvocato, Giampaolo Cicconi, e ha fatto scrivere all’autorità garante dell’Infanzia, all’autorità per le Garanzie nelle comunicazioni e all’autorità garante della Concorrenza e del mercato.

Di tutto si può dire dell’onorevole Sgarbi, tranne che sia un bacchettone o moralista. Come non ricordare le famose cene di Arcore a casa di Berlusconi con tante ragazze… Di sé, infatti, dice: “Sono un libertino naturale, però non è possibile che in epoca di Ddl Zan si pensi di difendere le categorie fragili come i trans o gli omosessuali e non si pensi alla fragilità dei bambini”. E puntualizza: “Ho nostalgia della pubblicità Barilla. Adesso però sono costretto a vedere Dietorelle, che mostra due donne che si baciano e un uomo con due donne. Io non capisco perché non si deve indignare chi crede nella famiglia tradizionale […] dobbiamo accettare che il modello, che non può essere quello della famiglia tradizionale, sia quello della ‘famiglia Dietorelle’. Questo è il modello giusto?”.

Quelle immagini degli spot pubblicitari che sfilano sulle note della nota canzone ‘Bésame mucho’ lo hanno colpito a tal punto da far riempire al suo avvocato due pagine fitte che riguardano anche la televisione di Stato. “Non capisco perché ci sia la censura nei film e invece si lasci la libertà agli spot in tv che vengono visti anche dai bambini di sei e otto anni”, tuona ancora Sgarbi.

L’autorità garante dell’Infanzia ha già raccolto la denuncia, mentre il critico d’arte ci tiene a precisare di non essere contrario al Ddl Zan: “Occorre che i bambini siano risparmiati dall’essere costretti a scegliere un modello. La loro natura dirà chi sono. Non c’è bisogno che glielo dica la televisione o una pubblicità. Non mi sembra che questo sia un segnale di modernità. Mi sembra un segnale di profonda corruzione dei costumi”.

Intanto l’hashtag Dietorelle è diventato di tendenza su Twitter con diversi utenti che hanno preso posizione a favore delle accuse mosse da Sgarbi, con commenti come “spot di cattivo gusto, raccapricciante, aberrante”. Altri, al contrario, non sono d’accordo e dicono che parlare addirittura di pornografia sia esagerato.

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