L’allarme dell’industria sui tempi di pagamento dei prodotti deperibili

2022-04-13T13:22:48+02:0013 Aprile 2022 - 10:59|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , |

Milano – La lunga battaglia contro le pratiche sleali è arrivata a conclusione con la direttiva europea in materia (633/2019) e il recepimento della stessa tramite il D.lgs 198/2021, in vigore dal 15 dicembre. Un risultato storico a tutela di tutta la filiera agroalimentare, specialmente degli anelli più deboli. Peccato che le cose stiano andando in altro modo: nelle scorse settimane sono infatti emerse alcune richieste singolari sui pagamenti da parte della distribuzione, relative a prodotti deperibili come salumi, latte, carne fresca e prodotti lattiero caseari freschi. Tutto nasce dal nuovo testo del decreto, dove non ci sono più parametri che permettano di individuare con precisione quali siano i prodotti effettivamente deperibili. Se prima, nell’articolo 62, esisteva un elenco specifico dei prodotti da pagare a 30 giorni, la nuova normativa si limita a una definizione più ampia e vaga. In questo vuoto interpretativo si è infilata la Gdo: in fase di sottoscrizione dei contratti ha chiesto a numerosi fornitori di modificare i tempi di pagamento da 30 a 60 giorni, spesso con l’ulteriore clausola del conteggio del termine da fine mese. Un’interpretazione che si configurerebbe come pratica commerciale sleale, essendo una modifica unilaterale delle condizioni di pagamento. Oltretutto arriva in una situazione di mercato complicata e ben nota, con i costi di tutti i fattori di produzione in continua crescita.

Torna in cima