Milano – Continuano ad aumentare i prezzi dei prodotti agricoli e si fa insostenibile il divario fra i prezzi riconosciuti agli agricoltori e quelli al consumo. È l’allarme lanciato in occasione della pubblicazione del rapporto ‘Mari in tempesta’ elaborato dal Centro Studi Divulga. Come riporta Il Sole 24 Ore, il prezzo del pane è cresciuto di circa 14 volte rispetto a quello pagato agli agricoltori per l’acquisto del frumento tenero. Sul fronte della pasta, il valore dal campo alla tavola è aumentato di cinque volte. Per quanto riguarda la carne bovina, il prezzo dagli allevamenti allo scaffale è salito di otto volte, quello della carne suina è quadruplicato. Il latte costa in media al consumo 1,60 euro al litro e ha un costo medio alla produzione di 0,50 euro. La causa è da ricercare nelle tensioni internazionali, inasprite dalla guerra in Ucraina, dal conflitto Israele-Hamas e dalla crisi del Mar Rosso, che porta i costi di produzione a salire vertiginosamente rendendo vulnerabile il tessuto produttivo.
La situzione geopolitica sta anche ridisegnando il mercato internazionale del grano. Analizzando i dati Ismea e Eurostat, la ricerca dimostra che nel 2023, in Italia, è stato registrato un aumento del 130% delle importazioni di grano duro da Paesi extra Ue – con un +1.164% dalla Russia e +798% dalla Turchia -, determinando un calo delle quotazioni del grano italiano. Turchia e Russia sono oggi i principali fornitori di grano in Italia, dopo il Canada.
