Psa in Emilia Romagna. Occhi (Lega): “Colpa anche della lobby di ambientalisti e animalisti”

2024-04-19T10:47:25+02:0019 Aprile 2024 - 12:45|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , , , , |

Il consigliere si scaglia contro l’immobilismo della regione. E detta la strategia da attuare con urgenza: “Depopolamento sistematico e recinzioni”.

Di Angelo Frigerio

È stato uno dei primi a lanciare l’allarme nel 2022. Recependo le preoccupazioni del mondo venatorio ha continuato a ripetere che la situazione poteva peggiorare e che bisognava fare di più nel depopolamento. Oggi che la Psa è arrivata nella sua Emilia Romagna, non può che amaramente sottolineare: “Ve l’avevo detto”. Si chiama Emiliano Occhi ed è un consigliere regionale della Lega.

Quindi, consigliere Occhi, purtroppo aveva ragione…

È vero. I miei richiami, ma soprattutto quelli del mondo venatorio e agricolo, sono stati inascoltati. E ora abbiamo la Psa sotto casa.

Cosa non si è fatto?

Tante cose. Innanzitutto non si è coinvolto a sufficienza il mondo venatorio. In Liguria con la DGR 557-2023 tutti i cacciatori in possesso di porto di fucile e assicurazione in corso di validità, previo assolvimento degli obblighi formativi inerenti la biosicurezza, possono essere convolti nelle attività di depopolamento previste nelle zone di restrizione I e II. In Emilia Romagna invece si è preferito limitare il coinvolgimento del maggior numero di cacciatori possibile mantenendo lacciuoli burocratici da tempo di ‘pace’, senza considerare la necessità di azioni straordinarie; forse perché hanno avuto timore degli ambientalisti e degli animalisti. In Liguria, sempre con la Delibera 557- 2023 si stabilisce che l’attività di depopolamento nelle zone di restrizione I e II può avvenire utilizzando le stesse modalità e procedure seguite nel corso della stagione venatoria, quindi anche con la caccia in braccata.

Si spieghi meglio.

Una delle modalità che danno i maggiori frutti nel depopolamento dei cinghiali è la caccia in ‘braccata’. In cosa consiste? Minimo 15 cacciatori con 6-10 cani si muovono sul territorio setacciandolo palmo a palmo. Così si possono abbattere in maniera sistematica i cinghiali. In Emilia, invece di chiedere al commissario la possibilità di depopolare in braccata, è stata preferita la caccia in ‘selezione’ (il singolo cacciatore) o la ‘girata’ (quattro cacciatori con un cane). Una soluzione che non è adeguata a un territorio come quello dell’appennino emiliano romagnolo. E poi ci sono i lupi…

Ma cosa c’entrano i lupi con i cinghiali?

Semplice: le popolazioni di cinghiali, predate dai branchi di lupi, vengono maggiormente disperse sul territorio, migrando in zone più sicure. In questo modo la Psa si sposta ancora più velocemente. Questo è verosimilmente accaduto sul crinale appenninico al confine tra Emilia e Liguria, dove le popolazioni di lupi sono numerose.

Anche qui è una questione di depopolamento.

Certamente: la lobby degli ambientalisti e animalisti è molto forte nella nostra regione. Vengono ascoltati più loro che non allevatori e trasformatori. E pensare che la filiera dei salumi è uno dei vanti dell’Emilia Romagna. Ma se andiamo avanti così la si uccide. Altro che i cinghiali.

C’è poi il problema delle recinzioni.

Esatto. In Piemonte e Liguria sono riusciti ad installare le recinzioni prima del passaggio della Psa; per questo poi il depopolamento è stato più efficace nel rallentare la diffusione della malattia.

Quindi cosa propone?

Occorre innanzitutto confermare e ampliare i poteri straordinari del Commissario. E attuare tutto quello già fatto in altre regioni. Ad esempio in Piemonte, dove la Psa è stata contenuta. Quindi un depopolamento dei cinghiali fatto in maniera sistematica utilizzando tutte le modalità di caccia compresa quella in notturna. Spero vi siano importanti novità nella futura ordinanza commissariale.

Possiamo dire che non ha più Occhi per piangere?

In effetti…

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