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Russia/Ucraina: la guerra del grano e le esportazioni Ue ‘sospette’

Kiev (Ucraina) – Dopo che lo scorso luglio la Russia si è ritirata dall’accordo che garantiva il passaggio di alcune navi cariche di cereali, Kiev ha annunciato il varo unilaterale di rotte temporanee nel Mar Nero per o da i suoi porti. Rotte che non sono concordate con la Russia e quindi a rischio di attacco. Secondo quanto riporta La Repubblica, una sessantina di mercantili sarebbero infatti fermi dell’inizio del conflitto perché esclusi dal ‘corridoio del grano’.

La mossa dell’Ucraina per sbloccare i rifornimenti non passa inosservata e la Russia prende di mira i silos granari e le infrastrutture mercantili portuali ucraine. Non solo sul Mar Nero, ma anche sui porti del Danubio vicini alla Romania. Così, secondo la romena Agerpres, l’ambasciata americana in Romania annuncia: “Nonostante la spietata distruzione da parte della Russia delle infrastrutture portuali e dei granai dell’Ucraina, rimaniamo impegnati a garantire esportazioni di grano ucraino ininterrotte per soddisfare la domanda globale”.

Sull’altro fronte, invece, si registrano esportazioni record dei paesi Ue, Italia compresa, verso i confini con la Russia. In territori con cui in passato non c’erano grandi rapporti commerciali. Ad esempio, sottolinea sempre La Repubblica, l’export Ue verso il Kirghizistan, nel 2022, è cresciuto del 345%. Dati che portano Bruxelles e Washington a riconoscere il raggiro di blocchi e sanzioni previsti sul commercio con la Russia. Ma se è piuttosto semplice valutare quanto siano consistenti i traffici ‘per vie traverse’, meno facile è capire le presenza di beni sottoposti a sanzioni.

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