Il sistema caseario italiano supera l’esame degli ispettori della Corea del Sud

2016-12-07T12:17:20+02:007 Dicembre 2016 - 12:17|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , , , , |

Roma – Supera l’audit degli ispettori sanitari sudcoreani il settore lattiero caseario italiano. Si è appena conclusa, infatti, la visita della delegazione del Paese asiatico. Nel corso della missione, coordinata da Assolatte, gli inviati di Seul hanno visitato alcuni stabilimenti italiani dedicati alla produzione di formaggio, per verificare i sistemi produttivi. “Al termine delle ispezioni”, spiega una nota di Assolatte, “il capo delegazione coreana ha riconosciuto l’alto livello delle imprese italiane, dove l’autocontrollo si associa ad un capillare sistema di verifiche da parte dei servizi veterinari, creando così un meccanismo che non ha paragoni nell’Unione europea”. Quello coreano è un mercato sempre più strategico per il settore caseario italiano. Nel 2015 l’esportazione di formaggi è cresciuta del 67%, passando da 1.426 a 2.380 tonnellate, per un controvalore di 13,7 milioni di euro. Trend confermato nei primi sette mesi del 2016, con mascarpone, grana padano e parmigiano reggiano sui primi tre gradini del podio per quantità esportate. Unica nota stonata, segnala Assolatte, l’export di gorgonzola, calato del 7% nei primi sette mesi del 2016 per effetto della commercializzazione di un ‘gorgonzola cheese’ made in Usa, nonostante l’accordo di libero scambio tra Corea del Sud e Ue, che prevede il riconoscimento delle reciproche Dop.

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