Centinaio: “Psa: usiamo l’esercito per abbattere i cinghiali”

2023-09-04T11:44:11+02:001 Settembre 2023 - 12:30|Categorie: in evidenza, Salumi|

Il vicepresidente del Senato, già ministro dell’Agricoltura, invoca un provvedimento immediato per arginare l’emergenza. E dice esplicitamente che occorre istituire una “zona rossa” nel pavese.

di Andrea Dusio

Gianmarco Centinaio ha un legame profondo con il territorio pavese. Ex ministro dell’Agricoltura, ora vicepresidente del Senato, l’esponente leghista invoca provvedimenti adeguati alla gravità del nuovo focolaio. Lo abbiamo sentito in esclusiva per le riviste del nostro gruppo editoriale.

Onorevole Centinaio, lei conosce bene il territorio in cui si sono registrati gli episodi di Psa in questi giorni. Cosa occorre fare anzitutto per arginare il caso ed evitare che si diffonda in altre zone? 

Penso sia arrivato il momento di istituire una sorta di “zona rossa” in tutto il territorio pavese. Servono contributi immediati per consentire agli allevatori di impiantare barriere che impediscano il passaggio dei cinghiali. E serve l’intervento dell’esercito per aiutare ad abbattere gli animali che trasmettono il virus e diffondono l’epidemia.

Cosa non ha funzionato nei controlli? 

Il problema è stato sottovalutato sin dal 2018. Quando la peste suina africana ha iniziato a diffondersi in Europa, l’allora ministro dell’Ambiente Costa ritenne che per l’Italia non era un’emergenza, perché non avevamo ancora avuto casi nel nostro Paese. Ma non considerava che da noi il numero dei cinghiali per chilometro quadrato è sette volte quello medio europeo.

In che modo evitare che casi analoghi si ripetano in futuro? 

Intanto bisogna riequilibrare il numero di ungulati, così da consentire una migliore convivenza tra uomini e animali ed evitare sul nascere problemi socio-sanitari, economici e di ordine pubblico. Quindi, dobbiamo fornire agli allevatori gli strumenti necessari per isolare i propri animali e impedire la diffusione del virus. Oltre a intervenire tempestivamente con gli abbattimenti qualora si presentassero nuovi focolai

Quanto è grave a suo parere la minaccia Psa per la nostra filiera del food e per l’export dei nostri prodotti? 

Molto, anche se qualcuno sembra non rendersene conto. Ci sono decine di migliaia di persone che lavorano nel settore solo tra la provincia di Pavia e quelle emiliane confinanti. Cina, Corea e Taiwan hanno bloccato le importazioni dei nostri prodotti di carne lavorata, cito il Prosciutto di Parma tanto per fare un esempio. Stiamo già perdendo milioni di euro di export e altri Paesi potrebbero prendere decisioni analoghe, aggravando ancor di più la situazione. Per questo, ho chiesto un intervento immediato del governo, per rafforzare i poteri del Commissario e aiutare gli allevatori.

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