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Crisi Fiorucci, l’azienda annuncia 200 esuberi (4). Vona (Flai Cgil): “Potrebbero essere 226/227”

2023-11-30T08:43:58+02:0027 Novembre 2023 - 17:43|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: , |

Pomezia (Rm) – “Stiamo agendo in modo compatto, le sigle sindacali sono unite”. A parlare così è Alessandro Vona, segretario generale della Flai Cgil Roma Sud Pomezia Castelli, che ci ha raggiunto telefonicamente al termine delle due assemblee straordinarie che si sono tenute oggi nello stabilimento di Fiorucci a Pomezia San Colomba, anzitutto con lo scopo di informare i lavoratori degli esuberi, che riguarderebbero più di duecento dipendenti. “I numeri comunicati dall’azienda non sono al momento precisi, e per qualche verso le comunicazioni avute si contraddicono, ma si tratterebbe di 226/227 lavoratori, tra Santa Colomba e Ugolotti”, spiega Vona. “A fronte di questo taglio, l’azienda si è limitata a spiegare che fornirà dettagli più precisi dopo l’apertura della procedura di licenziamento collettivo. E dico da subito che nessuno al momento ha parlato di ammortizzatori sociali. Noi chiediamo invece di interrompere la procedura e di aprire un tavolo di confronto. Sul piatto la nuova proprietà ha messo esclusivamente iniziative di rilancio commerciale, in particolare in Europa e nel Nord Italia, che ci sembrano difficili da conciliare con i tagli previsti. È stata infatti annunciata la chiusura del reparti wurstel e affettati, oltre ai prodotti tradizionali (cotechini, zamponi), e alla delocalizzazione del confezionamento”. In merito all’investimento di 30 milioni in sei anni che l’azienda avrebbe promesso, Vona sottolinea: “è fatto sulle spalle dei lavoratori lasciati a casa, se è vero che il costo del personale a cui l’azienda rinuncia dovrebbe aggirarsi intorno ai 9 milioni, 6 per gli operai e 3 per gli impiegati. Occorre ricordare che quella di Fiorucci è una crisi che parte da lontano, e che i millecinquecento dipendenti di un tempo sono oggi ridotti, prima di questo ulteriore taglio, a poco più di quattrocento unità”. Flai Cgil rimarca inoltre come le esternalizzazioni si accompagnino, come spiega ancora Vona, a “scarsa qualità dei prodotti, ridotta sicurezza e tutela dei consumatori”. Quanto alla nuova proprietà, avrebbe “rimarcato che gli errori sono stati commessi dalla vecchia diligence”. Dopo due sessioni di assemblea, l’una mattutina e l’altra pomeridiana, entrambe prolungate e concluse all’esterno, lavoratori e parti sociali hanno concordato di porre in essere ogni strumento per convincere la nuova proprietà ad aprire una trattativa. “I tempi non saranno necessariamente brevi. Questa operazione di macelleria sociale sotto Natale passa per l’apertura della procedura, che potrebbe avvenire anche da qui a poche ore, dopo la quale potremo fissare i tempi e i modi della protesta”, conclude Vona.

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