Roma – Il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione dei cibi sintetici in Italia non sarebbe “figlio di una destra sovranista, ma di un’ideologia reazionaria”, non sarebbe tutta “farina del sacco di Lollobrigida […] ma l’esito di una campagna della Coldiretti”. Con queste parole, il quotidiano Il Foglio, commenta il no ai cibi sintetici approvato settimana scorsa dal Consiglio dei ministri (leggi qui). E attacca: “È il potere del Coldirettismo, che da decenni detta la linea dei governi, a prescindere dal colore politico”. La Confederazione nazionale dei coltivatori diretti agirebbe “secondo una legge reazionaria che limita la libera impresa e la ricerca scientifica. […] L’agricoltura, la sostenibilità ambientale, la ricerca scientifica e l’innovazione industriale sono aspetti fondamentali per il futuro del Paese, troppo importanti per lasciarli al Coldirettismo”. Che, secondo il quotidiano, in nome della difesa del made in Italy avrebbe già prodotto diversi danni alle politiche agricole: tra questi, la ‘coalizione anti-Ceta’ contro l’accordo di libero scambio – ma in cinque anni di applicazione provvisoria l’export italiano in Canada è aumentato del 36% -, e la battaglia contro l’accordo Ue-Mercosur. O la linea adottata per combattere la Xylella degli ulivi sostenendo che “il pericolo per gli olivicoltori non fosse la Xylella ma un’inesistente ‘invasione’ di olio tunisino autorizzata dall’Ue. A distanza di pochi anni il batterio è avanzato seccando decine di milioni di ulivi e ha prodotto miliardi di euro di danni”.
