Roma – Produzione ai minimi storici per il frumento tenero. Nel 2022, secondo le stime elaborate da Italmopa (Associazione industriali mugnai d’Italia), la produzione italiana di grano tenero dovrebbe attestarsi intorno alle 2,5 milioni di tonnellate, in calo del 15% rispetto ai volumi produttivi del 2021 e inferiore rispetto al fabbisogno dell’industria molitoria, pari a circa 5,3 milioni di tonnellate. A pesare sul comparto sono stati perlopiù i costi energetici e l’incremento dell’80% delle quotazioni di frumento tenero. “Il livello produttivo”, spiega Andrea Valente, presidente di Italmopa, “dovrebbe registrare un record negativo, mai raggiunto nel corso degli ultimi 100 anni. La nostra produzione di frumento tenero rappresenta ormai il 2% della produzione comunitaria e poco più dello 0,3% della produzione mondiale”.
Per quanto riguarda il frumento duro, prevalentemente destinato al settore pastario, le stime elaborate da Italmopa prevedono una riduzione superiore al 10% sul 2021. Nel complesso, i volumi produttivi del 2022 dovrebbero attestarsi a 3,5 milioni di tonnellate, a fronte di un fabbisogno dell’industria di 5,5 milioni di tonnellate. Un dato inferiore alle iniziali aspettative, spiega l’Associazione, che deriva dalla contrazione verificatasi nelle principali regioni del Sud Italia, tra cui Puglia e Sicilia. Bene, invece, il profilo qualitativo del raccolto nazionale che, si legge in una nota ufficiale, “appare molto soddisfacente con buoni livelli proteici costatati in tutti gli areali del territorio nazionale e assenza di malattie fungine”.
