Appello a Conte delle associazioni del commercio: “Valutare efficacia e conseguenze dei provvedimenti”

Roma – Ancc-Coop, Ancd-Conad, Cncc, Confcommercio, Confimprese e Federdistribuzione ieri hanno mandato una lettera a Palazzo Chigi indirizzata al premier Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza. L’oggetto: la preoccupazione per le condizioni del commercio al dettaglio di beni cosiddetti “non essenziali”, già reduce da perdite quantificabili in circa 15 miliardi di euro nei mesi cruciali dello shopping natalizio, e oggi messo a repentaglio dall’ipotesi di nuove restrizioni e zone rosse. Nella nota, le associazioni sottolineano la situazione in cui versa il settore, fortemente penalizzato dai provvedimenti adottati per contenere la pandemia. E fanno presente che il prolungamento di divieti e restrizioni non permetterebbe ai dettaglianti di beneficiare del periodo dei saldi invernali. Puntano, inoltre, il dito contro l’inadeguatezza delle misure di sostegno varate. “I protocolli adottati nei centri commerciali li rendono luoghi sicuri”, sottolinea Roberto Zoia, presidente Cncc. “Auspichiamo che proprio alla luce degli importanti investimenti fatti dagli operatori dal primo lockdown il Governo non voglia proseguire con le chiusure nei giorni prefestivi e festivi. La politica del cosiddetto ‘stop and go’ crea incertezza e disorientamento sia negli imprenditori sia tra i cittadini, oltre che avere un pesante impatto economico sul settore e a livello occupazionale”. Da qui la richiesta di approfondire le condizioni in cui versa il settore e di valutare l’effettiva efficacia di eventuali chiusure dal punto di vista sanitario.

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