Cun tagli freschi (2): la reazione delle aziende di trasformazione

2023-07-17T16:16:39+02:0017 Luglio 2023 - 12:10|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: |

Parma – Arrivano le prime reazioni dell’industria al ‘non formulato’ del 14 luglio, a conferma che si tratta di una vera e propria guerra commerciale tra i macelli e i trasformatori. La tensione è legata alla situazione in Grande distribuzione, dove gli aumenti non passano (e qualche insegna, anche importante, si è già spinta a dichiarare privatamente che non passeranno fino a fine anno): i consumi, infatti, non consentono di proporre al pubblico ulteriori rincari, anche perchè la distribuzione continua a non considerare l’ipotesi di un aggiustamento della marginalità.
Il taglio più caldo è ovviamente la coscia. Il numero di cosce avviate alla produzione di prosciutto di Parma è in calo dell’1,3%, e oggi i produttori di prosciutto che non accettano la quotazione ‘virtuale’ di 6,08 euro/kg si rifiutano di ritirare il fresco. E’ impossibile quantificare quanti accettano l’aumento di mercato richiesto dai macelli e quanti fanno ostruzione, quello che è certo è che la tensione è palpabile, anche perchè se quest’anno si stanno vendendo le cosce pagate sopra i 5,00 euro/kg, la prospettiva è di affrontare il momento in cui bisognerà vendere il fresco pagato circa 1,00 euro/kg in più.

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