Il Gambero Rosso pubblica la sua Top 9 dei würstel industriali. Dubbi e critiche sulla compilazione

2024-01-05T11:51:45+02:005 Gennaio 2024 - 10:22|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , |

Roma – Dopo l’impietosa classifica dedicata ai panettoni industriali, questa volta il Gambero Rosso ha deciso valutare i migliori würstel presenti nella distribuzione moderna italiana. Al primo posto, un prodotto a marchio Citterio, Wuoi? Maxi di suino, che viene definito “un buon würstel industriale”. Seguono, nell’ordine di classifica, il Würstel Wiener Original Südtirol di Recla; il Wüberone L’Originale di Wüber; l’Hot Dog classico di Senfter; il Würstel Meraner rustico di Sapori&Dintorni – Conad; il Fein Wurst Antica Ricetta di Citterio; il Meraner würstel di Carrefour Selection; il Wudy Bavaria di Aia Wudy; e, infine, il Würstel Wiener di Senfter.

Le quattro tipologie assaggiate sono Wiener, Frankfurter, Servelade e Meraner: i giudici hanno degustato alla cieca valutando aspetto, profilo aromatico, gusto, struttura, intensità e persistenza delle sensazioni percepite al naso e al palato, nonché il retrogusto di ciascun prodotto. Alla fine, sono entrati nella classifica le nove referenze (su 18) che hanno ottenuto un punteggio di almeno 63 su 100. Tra i ‘vincitori’ spicca la doppia segnalazione per Citterio, non proprio un’azienda rinomata per questa tipologia di prodotti, e l’assenza di Pramstrahler, azienda altoatesina presente da anni in Gdo con würstel d’alta gamma. Così come risulta un po’ strana la presenza di Beretta con il Wüberone ma non con la più recente linea premium N38. In un’ottica di trasparenza andrebbe poi dichiarato il panel complessivo degli assaggi e le referenze Mdd, a nostro giudizio, dovrebbero essere oggetto di una classifica a parte.

Gambero Rosso non è nuovo alla compilazione di classifiche. Anche su quella sui panettoni industriali non aveva mancato di suscitare alcune critiche per come era stata realizzata. Nel caso dei würstel, bisogna dire che non viene indicato il voto associato a ciascun prodotto, e non si precisa nemmeno quanto abbiano inciso i diversi aspetti considerati sulla valutazione finale. Insomma, benché la testata in questione sia certamente un punto di riferimento per il food&beverage, queste classifiche non vanno prese troppo sul serio.

 

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