Ma perché Barilla ha aderito al patto antinflazione in Francia e in Italia no?

2023-08-24T10:31:17+02:0023 Agosto 2023 - 17:16|Categorie: Grocery, in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Di Angelo Frigerio

Parma – Nel corso del Meeting di Rimini, rispondendo a una mia precisa domanda sul patto antinflazione (leggi qui) il Ministro Urso ha così risposto: “Mi appello alle aziende, affinché facciamo come i loro colleghi francesi, che hanno sottoscritto il Patto antinflazione proposto dal mio omologo francese. Io credo che tra l’Italia e la Francia le regole siano le stesse. So che alcune grandi imprese italiane hanno aderito personalmente, come aziende, [al Patto francese, ndr] mentre in Italia ritengono di non poterlo fare. Ripeto, le stesse aziende”.

Con chi ce l’ha il Ministro? Ma con Barilla certamente che, con i cugini d’Oltralpe, ha adottato una strategia mentre nel nostro Paese ne ha un’altra. In mancanza di comunicazioni da parte dell’azienda, ecco qualche spunto di riflessione. Innanzitutto non è vero che le regole sono le stesse. In Francia esiste una normativa tale per cui ad ogni variazione significativa dei prezzi delle materie prime deve corrispondere un’analoga riduzione e/o aumento dei prezzi. In secondo luogo, nel caso specifico, Barilla in Francia commercializza pasta realizzata con grano Ue ed extra Ue, che ha dei costi inferiori alla materia prima italiana. Che, lo ricordiamo, è grano prodotto al 100% nel nostro paese, tramite un accordo che coinvolge 8mila coltivatori. Diversi sono poi i costi di logistica, energia e carta. Tutti fattori che possono contribuire a ‘calmierare’ il prezzo del prodotto finito. Fin qui la narrativa. Manca all’appello una precisa presa di posizione dell’azienda. A mio parere sarebbe opportuna. Per evitare di passare da ‘affamatori’ del popolo. Se manca la pasta non possiamo dargli le brioches, Maria Antonietta dixit.

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