Parma – Inizia a farsi decisamente più spinto il rialzo del prezzo dei suini italiani. Dopo una settimana di stop, segnata dal secondo non formulato dell’anno, la prima seduta primaverile porta in dote una stangatina per i macellatori: il pesante Dop torna a sfondare i 2,10, precisamente di 0,8 centesimi, con un aumento di 5,1 centesimi rispetto a due settimane fa. Siamo passati da un +0,44% nel periodo tra il 1 febbraio e il 7 marzo a un +2,5% negli ultimi 15 giorni, praticamente il quadruplo della velocità in un arco temporale ridotto. Nonostante le preoccupazioni espresse da Aldo Levoni a Clal, il “non formulato” del 14 marzo è da considerarsi quindi una tregua molto effimera in un contesto decisamente aggressivo: se proseguisse il trend del +2,5% bisettimanale, il suino italiano tornerebbe sopra i 2,20 il mese prossimo. E questo si riflette, decisamente, sul mercato. Con i consumi in Gd in crisi a causa dell’inflazione, sono molte le industrie che chiedono ai macelli di dilazionare i pagamenti di una merce che presumibilmente aumenterà ancora. Una spirale di cui sono ignote le conseguenze. Gli altri prezzi di riferimento sono 2,048 euro/kg per il leggero Dop e 1,907 euro/kg per il non tutelato, che torna a superare gli 1,90 per la prima volta da fine gennaio.
