Parma – Il ‘non formulato’ alla Cun odierna fa emergere le tensioni rimaste sottotraccia nelle ultime tre settimane, quando gli allevatori, sfruttando la scia dei rialzi europei, erano riusciti a portare la quotazione del vivo alla soglia dei 2,07 euro/kg. Ricordiamo che l’anno scorso a metà aprile il suino italiano valeva 2,235 euro/kg: allora era il record (successivamente superato a novembre), ma era una quotazione figlia di un rialzo partito a gennaio.
Quest’anno il rincaro è partito più tardi, e al momento appare ancora molto limitato. Parliamo sempre di livelli inimmaginabili soltanto due anni fa. I macellatori riescono così a stoppare, per il momento, le richieste degli allevatori, anche perché i risvolti sui tagli freschi sono ancora timidi limitati a poche voci. La sensazione, nettissima, è che si sia in quel momento molto rischioso in cui la corda è tesissima e rischia di spezzarsi.
