Dai cuscini ai biscotti: è solo una questione di forma…

2024-02-02T12:28:24+02:002 Febbraio 2024 - 12:50|Categorie: Aperture del venerdì, Dolci&Salati, in evidenza|Tag: , , |

Lo scoop di Alimentando sulla vicenda Barilla-Tedesco è stato un successo. Con 12mila visualizzazioni in 24 ore. Ma ha avuto uno scarso seguito sui media generalisti. Eppure il colosso di Parma è tra le aziende italiane più note al mondo. E c’è anche un precedente nel 2014…

Di Federico Robbe

La notizia della settimana (12mila visualizzazioni in 24 ore sul nostro sito Alimentando) è stata la querelle Barilla-Tedesco. Il colosso di Parma ha accusato l’azienda perugina di concorrenza parassitaria, comportamento commerciale scorretto e contraffazione. Il motivo? La produzione di biscotti con forme e packaging che ricordano alcuni iconici biscotti Barilla, come Gocciole, Pan di Stelle e Abbracci.

Ma forse non tutti sanno che c’è un precedente: la ‘Battaglia dei cuscini’. Protagonista sempre la multinazionale, che nel 2014 se la prese con Italy Fashion. L’anno prima, la piccola azienda abruzzese non aveva ottenuto la licenza di concessione da parte di Barilla, ma decise comunque di avviare la produzione e vendita di cuscini chiamati: Pandistelloso, Goccioloso, Abbraccioso, Gallettoso e così via. In sede legale si era difesa obiettando che le forme fossero quelle di biscotti comuni nell’industria dolciaria, reperibili sotto molteplici marchi e ormai senza capacità distintiva. Ma il Giudice delegato del Tribunale di Milano, con la sentenza 830/2018, si espresse così: “La notorietà dei marchi denominativi e figurativi registrati dalla ricorrente [Barilla, ndr] estende la tutela inerente alla privativa anche a prodotti non affini, sol che l’uso consenta di trarre indebitamente vantaggio dalla rinomanza del segno altrui”. Italy Fashion avrebbe “imitato” i biscotti “in tutte le forme ‘arbitrarie’ e ‘capricciose’”.

L’azienda, poi finita in liquidazione, fu condannata a risarcire 150mila euro e a pagare una penale di 100 euro per ogni cuscino venduto o pubblicizzato. Non solo: a stretto giro Barilla lanciò un concorso a premi con la possibilità di vincere – guarda un po’ – dei cuscini a forma di biscotto realizzati da Trudi.

All’epoca l’impavida Selvaggia Lucarelli scrisse sul Fatto quotidiano un pezzo in difesa dell’azienda abruzzese (nel 2015), per il resto si segnalano pochi articoli di media locali, un’interpellanza del consiglio regionale e qualche approfondimento di studi legali.

Qualcosa di simile a ciò che sta accadendo oggi: Alimentando lancia la bomba lunedì 29 gennaio, con il testo dell’ordinanza, le posizioni di Barilla e Tedesco e i commenti di Angelo Frigerio e Luigi Rubinelli. E mentre le visualizzazioni schizzano alle stelle e si accende il dibattito su Linkedin, con centinaia di reazioni e commenti, il mondo dell’informazione sembra poco interessato. Fanno eccezione il Fatto alimentare, Affaritaliani e Dissapore.

E i ‘giornaloni’, ci si chiederà? Quelli che hanno dedicato ampio spazio alla decisione di tagliare i prezzi tra il 7 e il 15% da parte della multinazionale di Parma? Su Repubblica, Sole 24 Ore e Corriere del 30 gennaio non c’è traccia della vicenda. Eppure Barilla la conoscono tutti, e i suoi biscotti – originali o nelle versioni di altre aziende o Mdd – li hanno assaggiati davvero tutti. Sarebbe anche la classica notiziola clickbait, o per dirla alla sovranista ‘acchiappaclic’, magari col titolo Gocciole e Pan di Stelle ‘fake’, Barilla non ci sta. Clicca qui per scoprire che… Suvvia, chi non cliccherebbe? E invece niente.

Quotidiani, agenzie di stampa e siti mainstream tacciono. In compenso, sfogliando le edizioni cartacee del 31 gennaio notiamo una pagina pubblicitaria proprio di Barilla, sulla pasta. È la prima pubblicità di Corriere e Sole, mentre su Repubblica si trova a pagina 28.

Ma forse, tra crisi globali e instabilità geopolitica, i giornali nazionali hanno altro a cui pensare. Allora diamo un’occhiata ai media locali. La Gazzetta di Parma tace, mentre il sempre ben informato ParmaToday ha in primo piano la sfortunata epopea di un 62enne di Medesano che non riesce a fare la doccia perché il vicino gli ruba l’acqua.

Del resto, Barilla è solo una delle aziende italiane più note al mondo: perché se ne dovrebbe parlare? Ma soprattutto, se già nel 2014 si era verificato un caso simile, perché non ha continuato la caccia ai presunti parassiti e si è svegliata solo oggi?

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