Milani (Confagricoltura): “Il prezzo attuale dei suini non rispecchia domanda e offerta”

2024-03-25T11:47:53+02:0025 Marzo 2024 - 11:47|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , , , , , , |

Modena – Rudy Milani, responsabile nazionale della Federazione di prodotto dei suini di Confagricoltura, commenta a Teseo by Clal l’andamento della materia prima: “È vero che il prezzo del suino da macello oggi è sostenuto, ma l’attuale fase positiva per gli allevatori compensa un lunghissimo periodo in cui abbiamo lavorato in frangenti di erosione economica anche molto pesante. Inoltre, il prezzo attuale dei maiali non rispecchia correttamente la legge della domanda e dell’offerta, e tutti gli operatori ne hanno contezza, altrimenti le quotazioni dovrebbero essere di gran lunga più elevate”.

Quanto alla capacità di macellazione, “oggi è del 20% superiore al numero di suini disponibile e a questa situazione hanno concorso diversi fattori: investimenti dei macelli nel rafforzamento delle catene di macellazione, Prrs negli allevamenti che ha ridotto pesantemente i suini disponibili, un calo della mandria su scala europea. Ciò nonostante il prezzo del suino vivo viene calmierato dalla parte industriale giustificandolo con consumi e livello di prezzi di vendita della carne critici”.

Va poi considerata la forte contrazione dei suini destinati alle produzioni Dop e Igp: una situazione “derivata, oltre che da fattori sanitari, anche dal nodo della genetica delle Dop, a causa di disciplinari approvati a colpi di maggioranza i cui aspetti critici erano stati evidenziati puntualmente da Confagricoltura, ma che non sono stati presi in considerazione”.

Commenta Rudy Milani: “Si è creato un oligopolio di genetiche per le Dop, con il rischio che, se quei soli tre fornitori dovessero disgraziatamente presentare dei problemi, non avremmo alcun approvvigionamento di suini per le Dop. Inoltre, oggi stiamo macellando animali esclusi dal circuito Dop/Igp che fino a ieri erano ammessi, ma quelle cosce fra 13-14 mesi andranno a fare concorrenza ai prosciutti Dop. Una situazione paradossale, di cui gli allevatori non hanno responsabilità”.

Fra gli elementi di allarme c’è poi la situazione della Psa che sta “mostrando giorno dopo giorno la sua drammaticità, unita alle follie animaliste e ambientaliste europee come il taglio della coda e la riduzione delle soglie per l’autorizzazione integrata ambientale, che piovono da Bruxelles sostenute da correnti politiche che non sanno cosa significhi essere agricoltore. E questi ulteriori aspetti contribuiranno a ridurre ulteriormente il numero dei capi allevati”.

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